« Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo. » (John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re)
martedì 4 settembre 2012
Fuori i mercanti dal tempio
venerdì 3 agosto 2012
Tradizione e Territorio, un legame indissolubile. L’azione tradizionale edifica se stessi e difende l’ambiente naturale

lunedì 30 luglio 2012
L’alibi anticonformista e la scelta di non essere conforme alla massa. Una traiettoria, due direzioni

Nico Di Ferro
venerdì 13 luglio 2012
Carlos Castaneda [incise sulla pietra]
domenica 8 luglio 2012
Oggi Apertura straordinaria
lunedì 2 luglio 2012
Heliodromos N.23
Pubblichiamo di seguito l'editoriale, all'interno del quale troverete un link ad un inedito video dedicato a Gaetano Alì, ricavato da un convegno del 2004 organizzato da Raido. E proprio a Gaetano è interamente dedicato l'editoriale ed il numero della rivista. Con l'occasione, perciò, invitiamo i nostri soci a procurarsene copia presso la nostra sede. Ripetendo, ancora una volta - come ci ha insegnato lo stesso Gaetano - che il Fronte della Tradizione si realizza coi fatti e non con le parole!
Heliodromos 23 | |
( Raido ) | |
Prezzo: €7.50 | |
HELIODROMOS Contributi per il Fronte della Tradizione N. 23 - 21 Aprile 2012 In questo numero: EDITORIALE L’Impostore, gl’impostori e gli allocchi IN MEMORIAM Un Vir romano sull’Etna di E. Iurato La nostra scelta di G. Alì Ricostruzione interiore di G. Alì Incontri graditi di G. Alì Intervento dottrinario di G. Alì VIE REALIZZATIVE Ricercare momenti di calma interiore di E. Romani SIONISMO Nae Ionescu contro il sionismo di C. Mutti REVISIONI Il Risorgimento nel pensiero di Evola di E. Iurato POESIA Marco Aurelio di L. Valli ESPERIENZE Il tuo Solstizio di L. Milite ORIENTAMENTI ESISTENZIALI Le otto parole di A. Medrano RIFLESSIONI – Dentro e fuori le mura ANALISI Lucia e Francesco Casadei, A tu per tu con il diavolo Cesare Ferri, Effetto Domino Luigi Iannone, Manifesto antimoderno LETTERE A HELIODROMOS TRADIZIONE E CONTROTRADIZIONE Cronache di fine ciclo |
martedì 26 giugno 2012
lunedì 25 giugno 2012
L'estate all'ombra di Aurhelio
domenica 10 giugno 2012
Terremoto Emilia, Punto Raccolta - Santa Severa
Continua, in coincidenza con il consiglio comunale aperto sul castello di Santa Severa, l’impegno da parte del Centro Studi Aurhelio, per le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia. Il punto di raccolta per i beni di prima necessità è organizzato, in collaborazione con la Protezione Civile di Santa Marinella, proprio presso il Castello 18 alle 20. I cittadini potranno così adempiere con un solo viaggio, a partecipazione e solidarietà.
mercoledì 6 giugno 2012
Riflessioni - Personalismo del mondo moderno
La persona è oggi il cardine di tutto. Si sposa, per esempio, la persona che piace, senza tenerne minimamente conto l'ambiente o la posizione; un regime politico s'incarna in un uomo e muore con lui, ecc. Tutto questo, avverte Thibon, porta al tramonto di tutte le grandi continuità sociali, all'instabilità universale. “La persona umana non è un assoluto. Un tempo si amavano gli uomini attraverso le istituzioni: il matrimonio aveva maggior peso, nell'anima di una sposa, della persona di suo marito; si tollerava il re per rispetto alla monarchia, ecc.
Attualmente si sopportano le istituzioni solo attraverso una persona idolatra; si considerano le categorie come cose astratte e morte.” Ma afferma Thibon, le cose sono diventate tali a misura che aumentava il culto della persona. Impersonale non è necessariamente sinonimo di morto e di astratto; ciò che non è persona può essere altrettanto concreto e vivente. Gustave Thibon lancia un campanello d'allarme verso la tendenza moderna che vorrebbe respingere come puramente artificiale e decorativo tutto ciò che non è personale.
Sacrificare le persone alle categorie non è un bene, sacrificare le categorie alle persone però è anche peggio: da una parte si provoca sterilità dall'altra putrefazione. Ancora qualche progresso di questa religione della persona, avverte Thibon, e non avremo più "buone casate", né patria, né spirito di corpo o di casta - non avremo più radici nel tempo e nello spazio. “Non si va molto lontano nelle nostre rivendicazioni in favore della persona umana: essa è relativa, effimera, deludente e gonfia spesso dell'impersonale più vano. Noi non crediamo che al personalismo divino.”
Il primato della persona spinto all'esagerazione, scrive Thibon, porta con sé un altro pericolo capitale: i realisti che non amano la monarchia che attraverso il volto di un principe che li ha sedotti, dei cattolici che legano la fede nell'autorità pontificia, a una specie di culto infantile della persona del papa, popoli interi sollevati da ridicolo entusiasmo per un dittatore... Insomma, le cose più universali sono divenute "questioni di persone", "affari privati". “
Le istituzioni oggi non si giustificano agli occhi delle folle che attraverso il genio o il magnetismo di qualche individuo. Tale esigenza porta con sé due conseguenze rovinose: impone ai disgraziati sostenitori dell'intero peso delle istituzioni un grado di tensione e di attività inumano, e, allo stesso tempo, lega la sorte delle istituzioni a miserabili casi individuali”. Antropocentrismo pietoso dunque, che confonde il canale con la sorgente e che tende a fare della persona umana il sostegno assoluto di ciò che passa attraverso l'uomo e riposa in realtà su Dio solo.
venerdì 1 giugno 2012
ELOGIO DI DON IVAN
mercoledì 30 maggio 2012
RACCOLTA MATERIALI PER LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO
SI RACCOLGONO
prodotti per l’igiene e la pulizia (corpo, stoviglie, igienizzanti superifici) disinfettanti, amuchina e simili
assorbenti per anziani, donne e pannolini per bambini, fazzoletti umidificati
beni alimentari non deperibili (scatolame, pasta e riso, pelati, latte UHT, succhi di frutta),
piatti, bicchieri e posate di plastica, tovaglioli e scottex.
Santa Marinella Solidale!
lunedì 28 maggio 2012
The Eagle - CineAurhelio
giovedì 24 maggio 2012
Domenica, festa con dibattito al Castello di Santa Severa
lunedì 21 maggio 2012
Migrazioni: attualità e scenari per il XXI secolo [recensione]
giovedì 3 maggio 2012
Nuova sede per il Centro Studi Aurhelio
Da lunedì, quindi, inizierà ufficialmente la nuova avventura .....
martedì 17 aprile 2012
Approssimandoci al 21 Aprile - Natale di Roma

Brano tratto da "La razza di Roma", di Massimo Scaligero.
L’essenza del segreto può intravvedersi soltanto se, giovandosi di una visione non scolastica e non razionalistica della storia si tien conto che Romolo, pur adottando l’arcaico rito della fondazione, innesta ad essi atti che presentano significati nuovi. Non è sufficiente riconoscere che tale rito, per quanto di origine etrusca, era comune anche al Lazio e alla Sabina. Nel rito del mundus si realizza il principio della eternità dell’Urbe, in quanto nuovamente lo spirito si traduce in azione, in realtà gerarchica. Per chi se ne interessi, rimandiamo a simboli, come le visioni augurali di Romolo sul Palatino, e poniamo in rilievo che Remo, il quale sta a simboleggiare l’elemento «antigerarchico» proprio al periodo decadente del «matriarcato», viola la intangibilità del solco e Romolo lo punisce. Ciò vuole significare la inviolabilità di ciò che ritualmente è consacrato e l’affermazione del nascente spirito guerriero, «olimpico», antiugualitario, sul vecchio spirito orgiastico, comunistico, anarcoide: è il primo atto di giustizia inesorabile, di un senso di subordinazione assoluta ad un ideale superiore di cui da quel momento la civitas sarà la manifestazione vivente. Occorre saper vedere in tutto questo la morale profonda cui sarà conforme la razza di Romolo: quella stessa gerarchia spirituale che governerà l’associazione sacrale/guerriera, si rifletterà nella vita degli individui, per virtù del continuo imperio del principio cosciente, del nous, della mens, sulle attività esterne, sulla pratica della vita.
Secondo l’arcaico rito etrusco, gli àuguri dovevano levarsi dopo la mezzanotte, in silenzio, e attendere l’aurora. Anche Romolo e Remo dunque si levano post mediam noctem: salgono sulle due alture (tabernacula capiunt, templa capiunt): da questo momento il destino di Roma e della sua razza sta per essere segnato. Gli storici e i poeti qui quasi totalmente concordano nel dirci che Remolo salì sul Palatino e Remo sull’Aventino: due luoghi diversi, due simboli opposti, due tradizioni che si scontrano, epperò ancora due razze.
Occorre decidere del nome della nuova città: si chiamerà Roma o Remora? Sarà re Romolo o Remo? Tutti sono intenti, in attesa del responso che deve venire dalla forza stessa del fato. Il disco bianco della luna tramonta: si soffonde il chiarore dell’alba ed ecco il più perfetto degli augurii: l’aquila di Giove si mostra a sinistra - è già il simbolo della regalità «olimpica» proprio alla razza «solare», che si manifesta ai padri dei futuri dominatori dell’Occidente - e mentre si affaccia il disco del sole, ecco volare rapido uno stormo nero. Chi avesse veduto prima dodici avvoltoi, quegli avrebbe regnato. Primo è Romolo, al biancheggiare del giorno; il popolo esulta: Romolo è consacrato re, sacerdote e duce: è il lare primo, il padre della nuova razza.
E che sia un autentico capostipite lo dimostra la tecnica sacerdotale della fondazione. Egli, consapevole dell’antico rito etrusco, appreso attraverso i segreti libri liturgici - come si legge in Catone, in Servio, in Festo e in Gellio - iniziato a una spiritualissima scienza sacra che completava in lui il guerriero e il fondatore di civiltà, tratti gli auspici, offerto il sacrificio, acceso il fuoco rituale, scavata la fossa circolare, il mundus, e gettatovi il pugno di terra cui era simbolicamente e realmente legata l’anima degli avi, iniziava la possente e misteriosa vita della terra patrum, della terra dei padri, della patria, ossia della terra cui sarà legato il destino della razza.
A suggellare il legame del nume indigete con il centro spaziale della nuova città, ossia a fine di legare al luogo la forza dello spirito, onde il luogo contenga una sua forza «demonica» di patria, di luogo sacro, di effettiva eternità, una larga pietra, il lapis manalis, chiude la bocca della fossa. Viene così costituito il «mondo-infero», che deve accogliere le anime, non i corpi dei trapassati, e donde tre volte l’anno essi emaneranno nel mondo della vita. Allato al mondo infero, vengono erette una colonna di forma conica ed una piramide: ambedue sono sacre ai manes del capostipite e vengono consacrate ai suoi eroismi. È dunque una forza immortale che si sposa alla terra la quale perciò sarà anch’essa immortale. Dopo l’assunzione nel ciclo divino, il fondatore, spiritualmente vivo nel mondo infero, sarà venerato dalla città quale figlio degli Dèi, nume tra i numi, auctor, eroe e parente della nuova stirpe.
Consacrati il mondo infero e quello superno, si procede alla costituzione rituale della topografia della città, sempre in ordine a un antico segreto cerimoniale che Romolo ben conosce. Del cerimoniale non conosciamo che la modalità esteriore, ma anch’essa, per chi sa intendere, ha un linguaggio. Il duce, in candida clamide e il capo velato, secondo il costume sacerdotale, aggiogati all’aratro un bue e una vacca bianchi e robusti, discende dalla collina, seguìto dai compagni silenziosi, ed invocando con misteriose formule di propiziazione il favore delle forze divine comincia a tracciare il solco rituale, badando che all’interno, dalla parte della città, sia la vacca, immagine della fertilità, e fuori, dalla parte della campagna, il bue, emblema della forza. Nel condurre il solco egli, là dove vuole le porte, alza l’aratro, così che non tocchi terra. Poi alzerà le mura di cinta, seguendo la linea del solco, e fuori, rasente le mura, scaverà il fosso di circonvallazione: di qua e di là i due pomeri: uno interno e l’altro esterno: due spazi di terra che non si possono arare né abitare, voluti sgombri e liberi, a scopo di vedetta e di difesa. Le mura sacre qui sorgeranno e nessuno potrà da allora modificarne l’ampiezza e restaurarle senza il permesso dei Pontefici. Ai confini si porranno i titoli dedicati al Dio Termine.
Tracciati i limiti della città, date ai padri le case secondo la designazione della sorte, divulgati i diritti, il duce, seguìto da tutti i compagni, riguadagna la sommità. Indi, gridato il nome divino della città che viene ripetuto a gran voce tre volte dai padri, immola il bianco giovenco con la vacca sull’ara del sommo Giove. Imbandiscono poi le mense e le feste durano nove giorni. Gli oggetti adoperati nel rito della fondazione dell’Urbe si ripongono come sacre nel mundus.
Questo complesso rituale onde Roma, a detta di Ennio, viene fondata con «augusto augurio», contiene i motivi fondamentali che daranno senso d’eternità alla razza, alla città e al suo imperio: esso è l’aspetto cerimoniale di una tecnica segreta mirante ad aggiogare gli eventi secondo un’unica direzione, quella dell’Urbe nascente. È l’iniziale vittoria della razza di Roma sul fato, per un ciclo nuovo dell’Occidente. Tale sarà da allora il significato del Dies natalis Urbis Romae. La fondazione di Roma è dunque un atto costruttivo che muove da un ordine di interiore necessità: essa, mentre è la conseguenza di un trattato religioso tra coloro che dovranno abitarla, in quanto rappresenterà il santuario del culto comune, deve ritualmente costituirsi come causa di cause, come punto di partenza, come motivo radicale di un organismo futuro. È un seme nel seno della terra e, come seme, deve contenere la forza della generazione.
venerdì 23 marzo 2012
I nuovi poster del Centro Studi Aurhelio
Carta Avorio, formato A3

La spiaggia centrale di Santa Marinella, la passeggiata e lo scorcio tra ville e palazzi moderni. Una immagine simbolo che contraddistingue il nostro territorio.
Carta Avorio, formato 15 X 42.

Il Santuario di Pyrgi, l'importante centro religioso che ha rivestito una importanza centrale nell'ambito delle ricerche perchè in prossimità del sito archeologico sono state ritrovate le laminette d'oro che hanno contribuito sensibilmente alla interpretazione dell'alfabeto etrusco. La ricostruzione di Adriano Fruch si è basata sulle importanti indicazioni delle ricerche archeologiche. Si scorgono sul disegno infatti, il tempio A ed il tempio B, la processione religios e figure femminili che richiamano le ierodule.
Carta Avorio, formato A3

martedì 20 marzo 2012
Il Mondo della Tradizione
Sconvolgendo anche le più rosee previsioni, la prima edizione di questo quaderno è andata in breve tempo ad esaurirsi, e questa seconda ora va riempiendo un vuoto che molti già lamentavano.
Numerose sono state le segnalazioni e gli incoraggiamenti ricevuti per la realizzazione di questo piccolo ma essenziale scritto, che non può né vuole essere esauriente, ma offrire al militante un momento di riflessione.
L’obiettivo prefissato è quello di risvegliare nei propri “simili” l’entusiasmo per la Tradizione e favorire quel processo di formazione dei militanti atto a realizzare il differenziarsi dalla perversione moderna.
Infatti, il primo quaderno della collana “La formazione del Militante della Tradizione” delinea in modo semplice ed essenziale la dottrina tradizionale che per ogni militante deve essere il punto di partenza d’ogni azione. Siamo convinti che, senza un preciso punto di riferimento, è difficile resistere al vortice della decadenza e la crisi del mondo moderno, alla lunga, finisce con il coinvolgere anche chi rifiuta la sua logica.
Frequentemente le azioni che si compiono non hanno un fine preciso, si vive alla giornata, restando impantanati nelle sabbie mobili di uno sterile intellettualismo, o vittime sacrificate ad un’agitazione senza senso. Si ha così un militante rinchiuso nella sua torre d’avorio o pronto a rincorrere ogni tipo di problematica sociale, con l’illusione di essere al passo con i tempi, ma entrambe queste soluzioni altro non sono che la conseguenza di un tipo umano inconsapevole della realtà che lo circonda.
Julius Evola, in “Rivolta contro il mondo moderno”, afferma che “uscire dalla Tradizione significa uscire dalla vita; abbandonare i riti, alterare o violare le leggi, confondere le caste, significava retrocedere dal cosmos nel caos”.
Tradizione è “regola”, cioè Legge interiore ed esteriore a cui far riferimento, specie nei momenti di crisi come quello attuale. Regola e misura, che prima di tutto devono informare il nostro stile di vita e delimitare i confini tra gli amici e i nemici.
Per questo motivo la dottrina tradizionale non si può imporre, ma deve essere una libera scelta, un momento di crescita interiore liberamente voluta e cercata. È possibile che non sempre si sia all’altezza delle proprie aspirazioni, dinanzi agli ostacoli si può cadere, ma ciò che importa è rialzarsi e affrontare con più determinazione le difficoltà.
Per il militante la Tradizione diventa un sostegno necessario per affrontare le prove quotidiane; il suo agire è lucido e cosciente; il rispetto per la Verità e la giustizia, per la natura e per le sue leggi, sono il segno tangibile del collegamento con un Ordine trascendente che coinvolge tutto l’essere umano.
In conclusione vogliamo ringraziare tutti coloro, e non sono pochi, che ci hanno contattato confermandoci la loro simpatia e il loro entusiasmo, e che inoltre ci hanno informato che hanno utilizzato questo scritto come vademecum in gruppi di studio soprattutto di giovani militanti. Vogliamo ringraziare ancora quanti si sono prodigati e si prodigano alla sua diffusione, che oggi può annoverare numerose traduzioni ed edizioni anche al di fuori dei confini nazionali.
La Formazione del Militante della Tradizione
Quaderno Numero Uno: Il Mondo della Tradizione
Indice
Premessa
1. Dalle origini al mondo moderno
2. Il Sacro e la Tradizione
3. Che cos’è la Metafisica
4. Gli Stati dell’Essere: Archetipo-Spirito-Anima-Corpo
5. Esoterismo ed Exoterismo
6. L’Autorità
7. Le Caste
8. La Civiltà
9. La Guerra Santa: vita est militia super terram
10. Decadenza e sovversione
11. L’iniziazione
12. Contemplazione e azione
13. La Legge
14. Il Rito
15. Il Mito
16. Il Simbolo
Appendice
I. La Croce
II. Il Sole
Orientamenti Bibliografici
Disponibile presso il Centro Studi Aurhelio