Il Centro Studi Aurhelio difende l’esistenza della piccola chiesa del porto
di Civitavecchia
La disputa sulla Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, la
chiesetta del II secolo d.C. del porto di Civitavecchia, rivela con una
lucidità lampante la scala valoriale che caratterizza la società
moderna. Ricavata dalla cripta dell'antica chiesa di Santa Maria,
quest'ultima rasa al suolo dal democratico bombardamento nel '43, la Chiesa è
oggi a rischio chiusura. Il motivo? Non la mancanza di fedeli che anzi sono sin
troppi per quanto il luogo sacro ne può ospitare. Il problema sembra essere
sostanzialmente di natura giuridica. Dopo essere stata utilizzata per due
millenni come magazzino, il locale venne con molta fatica riqualificato da una
precedente squallida condizione e adibito finalmente, da padre Giorgio
Picu su suggerimento del Vescovo Mons. Carlo Chenis, a luogo di culto
riacquistando il vecchio splendore. Il seme della discordia deriva dal fatto
che nel momento in cui si decise la riqualificazione, il locale che oggi ospita
la Chiesa apparteneva allora ad un privato che concordò con Mons. Carlo Chenis
uno scambio: la futura Chiesa sarebbe stata data alla Curia in cambio di un
altro locale a pochi metri distante dalla prima. Il guaio però è che lo scambio
non venne mai formalizzato - si effettuò solo verbalmente – e nel
frattempo l'amato Vescovo scomparve improvvisamente. E si sa, mantenere la
parola data è da Uomini e di Uomini oggi giorno ce ne sono veramente pochi! Certo,
per il parroco della Chiesa, padre Giorgio Picu, fuggito negli anni 70 dalla
persecuzione comunista della Romania di allora, la faccenda dovrebbe evocare
una qualche analogia con lo scenario che si lasciò alle spalle, questa volta
arricchito però da un nuovo savoire faire. Se nella Romania della
dittatura proletaria le chiese venivano abbattute - senza tanti scrupoli - con
il bulldozer alla luce del giorno, nell'Italia della democrazia di
facciata si usano le raffinate sottigliezze del diritto mentre le autorità
incrociano diplomaticamente le mani ignorando in un colpo solo il sacro, la
storia e il patrimonio culturale e architettonico di coloro che dovrebbero
teoricamente rappresentare. La chiesa, infatti, rappresenta un vero
gioiello architettonico che con il suo reticolato, gli archi, le volte
ricorda una vera e propria basilica romana in miniatura. Al suo interno vi si
può trovare un pozzo-battistero di acqua dolce, nonostante ci si trovi a pochi
metri dal mare e una fontanella medievale con la figura di un angelo che
ricorda il mascherone della Bocca della verità di Roma. Oltre al suo valore
sacro e di monumento storico, la chiesa testimonia anche il periodo della
persecuzione dei cristiani e del coraggio di tanti martiri svolgendo in tal
senso un ruolo di coerenza con il passato e di responsabilità verso le
generazioni future. Nel frattempo il porto si è abbellito, il volume di turisti
che transitano per Civitavecchia è notevolmente aumentato e la riqualificazione
del piccolo locale che ospita la casa di Dio fa della chiesa di Santa Maria
degli Angeli e dei Martiri un bel bocconcino per i borghesi senza altro
principio che il capitale. Non conosciamo bene e approfonditamente le
intenzioni a riguardo della questione di una o dell’altra parte, sappiamo solo
che non lasceremo nulla di intentato per salvaguardare l’esistenza di un luogo
di culto prezioso a Dio ed agli uomini che pongono il sacro al vertice della
propria esistenza.
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