mercoledì 27 febbraio 2013

Raido: Quaderno 1 - “Il Mondo della Tradizione”

Si riparte con l'attività di formazione tradizionale presso il centro studi aurhelio.

PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE
Sono passati alcuni anni da quando, poco dopo il Natale di Roma del 1997, abbiamo dato vita a questo scritto. Erano i primi anni di Raido, si organizzavano le prime iniziative culturali e l’entusiasmo che permeava ogni attività militante era palpabile: un fuoco che necessitava di manifestarsi. Il quaderno n. 1 della collana La formazione del Militante della Tradizione nasceva all’insegna di questo clima, con l’esigenza di essere uno strumento in grado di offrire al giovane militante più di un momento di riflessione. Lo scopo prefissato era risvegliare l’interesse per la Tradizione e favorire, attraverso un’introduzione alla dottrina, quel processo di conoscenza necessario alla crescita personale. Da sempre, infatti, abbiamo precisato come l’approfondimento culturale sia indispensabile all’interno del percorso di formazione tradizionale, approfondimento che, lungi dall’essere un inutile esercizio accademico, sia in grado di conferire consapevolezza e cognizione di causa all’azione militante. Quest’ultima, non ci stancheremo mai di ripeterlo, resta il principale metro di giudizio, visto che è lo stile e non i titoli, gli studi, o semplicemente le parole, a caratterizzare un uomo e la sua condotta esistenziale.
Rispetto a ieri, oggi nulla è cambiato in questo senso. Sicuramente gli anni di attività ed esperienze trascorsi ci hanno permesso di consolidare e migliorare il lavoro per il fronte della Tradizione e la voglia di lottare in funzione della Verità e della Giustizia, il fuoco che allora bruciava nei nostri cuori, quel fuoco che ha dato vita alla comunità militante di Raido più di quindici anni fa, oggi è quanto mai forte ed intenso.
Cambiamenti, invece, e non poteva essere altrimenti, sono avvenuti all’interno della società moderna, o meglio abbiamo assistito ad un’accelerazione a ritmi vertiginosi tesa al consolidamento della visione del mondo individualista, materialista e desacralizzata. E ciò ha reso ancora più evidente come il mondo moderno, col suo equilibrio terribilmente instabile, sia ormai diretto al capolinea. Il che, tuttavia, non deve trarre in inganno, inducendo a pensare che le cose andranno a migliorare in maniera “naturale”. Tutt’altro: lo sforzo per vivere in maniera retta la fase finale di quest’epoca, richiederà sempre più forza di volontà e coraggio per resistere alle vorticose correnti della decadenza, sarà necessaria quella “linea di maggior resistenza” che indica Evola per formare un “carattere” che orienti la vita verso un reale rinnovamento spirituale. Ed allora come è necessaria la virtù affinché un uomo rimanga in piedi in un mondo in rovina, virtù da vivificare quotidianamente attraverso l’impegno militante, nel contempo è fondamentale avere saldi e precisi punti di riferimento, una bussola che indichi il “nord” del proprio cammino. Per noi, oggi come allora, la Tradizione è il riferimento, la stella polare che permette di orientarsi nella notte scura e il quaderno n. 1, giunto alla sua terza edizione, vuole rappresentare un’introduzione senza pretese alla sua dottrina, il punto di partenza di un percorso di scoperta e conoscenza tanto affascinante quanto impegnativo. Questa pubblicazione, ne siamo convinti, è un contributo a disposizione di chi crede possibile un’esistenza diversa da quella “moderna”, un’esistenza retta dai valori di Verità e Giustizia, di Onore e Fedeltà, dove ha ancora un senso la parola data e la capacità di rinunciare ai propri interessi per un bene comune, dove non è il falso ed ipocrita sentimentalismo a regolare i rapporti tra gli uomini, ma l’Amore virile di chi considera la vita un dono prezioso che non deve essere sprecato.
Uno scritto, quindi, diretto a chi sente il bisogno di ribellarsi all’ingiustizia ed alla menzogna e che “apre” la collana La formazione del militante della Tradizione la quale comprende altri tre quaderni, di cui il secondo già disponibile mentre gli altri lo saranno a breve. Scopo della collana, lo accenniamo, è di esporre un metodo operativo che aiuti a formare il singolo secondo i principi tradizionali, un metodo che conferisce particolare importanza sia al ruolo della comunità e sia agli aspetti che devono caratterizzare la vita di ogni militante nella sua completezza. La comunità, infatti – come insieme di uomini che dotati di un comune sentire vivono in armonia, serenità ed equilibri – è il luogo in cui si esplica il confronto costruttivo, strumento grazie al quale ognuno, togliendo la maschera dei propri pregiudizi, rivedendo aspetti del proprio carattere, sostenendo chi ha sbagliato e vuole riscattarsi, concorre a realizzare un unico progetto in cui a prevalere non è l’inclinazione o l’opinione personale, ma l’azione che il gruppo ha deciso di compiere. Gli aspetti che devono caratterizzare la vita di ogni militante, invece, si delineano attraverso l’attenzione costante che deve essere posta in ogni attività condotta, è l’attenzione che ben esplicita l’intenzione ed illumina il gesto, è lo sforzo richiesto nell’affermare sempre, indipendentemente dal contesto in cui il militante si trova (lavoro, famiglia, sezione o associazione, amici, ecc.), uno stile retto, ventiquattrore al giorno e 365 giorni l’anno; un modo concreto per imparare ad essere coerenti, per ridurre la distanza tra ciò che si dice di essere e ciò che si fa nell’esistenza quotidiana. D’altronde l’adesione ai valori della Tradizione per essere reale e tangibile, deve essere vissuta in maniera integrale e totale1.
In conclusione, è giusto esprimere un ringraziamento nei confronti di chi, confermandoci simpatia ed entusiasmo, ha ritenuto opportuno utilizzare questo scritto come vademecum in gruppi di studio di giovani militanti e a quanti negli anni si sono prodigati per la sua diffusione, permettendone numerose traduzioni ed edizioni anche al di fuori dei confini nazionali. E’ un’ulteriore conferma della bontà di questo lavoro2.
In alto i cuori!
Roma, equinozio di primavera 2010

Note
1 Abbiamo accennato a quello che è giusto definire un vero e proprio metodo operativo applicato all’interno della comunità di Raido, metodo approfondito in particolare nel quaderno n. 3 laddove, oltre a quanto sopra menzionato, ne sono evidenziate altre caratteristiche. Tra queste, senza poter essere esaurienti, ricordiamo: la necessità di qualificarsi sul piano militante (eccellendo in qualcosa, anche in base alle proprie attitudini ed esperienze), il rispetto della gerarchia (gerarchia che si fonda sulla maggiore o minore adesione ai valori tradizionali, adesione testimoniata dallo stile di vita del militante: ognuno si colloca nel posto che gli compete sulla base di questo principio. Altra cosa è il gerarchismo, che ovviamente non ci appartiene), la costanza nella militanza (ritmo quotidiano, settimanale, mensile; non esistono impegni portati avanti come momentanee fiammate, ma esiste la costanza della militanza inesorabile, implacabile, una “goccia cinese” che permette di lavorare sul proprio carattere. Militanza intesa come tenuta nel tempo), il rispetto dell’impegno preso e della scadenza prefissata (prendersi impegni e portarli avanti senza il rispetto di una scadenza è inutile sul piano formativo; il limite temporale impone lo sforzo e l’impegno ad essere uomini d’onore, che a ciò che dicono danno seguito nell’operato), il principio della responsabilizzazione (mettersi in gioco sempre, attivarsi come se per ogni attività intrapresa si è responsabile e non semplice esecutore. Attitudine quindi ad essere a disposizione, al donarsi, all’anteporre l’interesse comune a quello personale, una visione globale ad una parziale) ed altro ancora per la lettura di cui rimandiamo allo specifico quaderno.
2 E’ probabile che la forma linguistica adottata, specie in alcuni paragrafi, possa risultare di difficile comprensione. A tale proposito, invitiamo tutti i lettori che lo riterranno opportuno a segnalarci le loro preziose impressioni e/o suggerimenti di cui terremo conto per le future edizioni.

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