E’ proprio certo che la società
possa venderlo?
Nel corso degli ultimi giorni,
oltre alle voci che si sono rincorse, abbiamo potuto apprendere dagli organi di
stampa che la Congregazione per risanare un bilancio fallimentare, intenda
vendere lo storico Istituto e l’antica Chiesetta. Oltre ad esser felici per
l’intervento di Don Salvatore per salvaguardare il luogo di culto da meri
interessi di ordine speculativo, riteniamo che sulla vicenda ci siano aspetti importanti
che vadano assolutamente considerati. E’ legittimo che un atto d’amore verso i
bambini di Santa Marinella, debba perdersi nei meandri del ripianamento
finanziario, a causa di pessimi amministratori? Dalle ricerche che abbiamo
effettuato su alcuni testi, le cronache di quei tempi, ci narrano che il
terreno ed il manufatto esistente sia stato donato nel 1911 dalla Principessa
Flaminia Odescalchi agli orfani ed ai bambini delle maestranze di Santa
Marinella e dato solo in gestione
alla Congregazione delle Suore dell’Addolorata al Monte Calvario. La donazione
– come segnala Carlo Astolfi in “Santa Marinella nella Storia” – ha l’intento
di far nascere un asilo ed una scuola di lavoro. Premesso che non ci è dato,
purtroppo, conoscere tutti i dettagli della vicenda e che dal 1911 il manufatto
(in origine era solo un terreno con un capannone) si è sicuramente valorizzato
ed è stato utilizzato per fini caritatevoli e di accoglienza, l’interrogativo
si fa stringente. E’ possibile che un edificio religioso donato allo scopo di
sostenere i bambini in difficoltà possa essere oggetto di ripianamenti
finanziari?
Ancor di più, ci chiediamo se possa esservi qualche sopravvissuto -
a cui, di fatto, è stato donato il terreno e il manufatto dalla Principessa
Odescalchi, che possa in qualche misura rivendicare, se non la proprietà,
almeno la funzione sociale dell’immobile. Cionondimeno ed in subordine,
riteniamo che vi debba essere una separazione equa tra quello che era in
origine e le successive migliorie. Per tutte queste ragioni il Centro Studi
Aurhelio intende sollecitare gli organi di competenza a verificare tutte i
dettagli dell’operazione e – qualora vi fossero ancora dei sopravvissuti o
eredi di essi – le opportune indagini, affinché un atto d’amore nei confronti
dei bambini della nostra cittadina, come quello della Principessa Flaminia
Odescalchi, non venga estinto per una operazione speculativa.
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