Un patrimonio disperso per piccole cose ...
Breve storia della antica e nuova
chiesa Santa Maria degli angeli e dei martiri - Civitavecchia
La visita di questa chiesa
costituisce, per tutti, una grande sorpresa. Dopo aver ammirato il muro merlato
di Urbano VIII e fatto la foto al Mascherone della fontana del Vanvitelli, si
entra dalla seconda porta a destra delle tante che affiancano la muraglia.
All’ingresso sulla sinistra troviamo l’ossario dei Padri Domenicani, all’angolo
la statua di Santa Fermina, vergine e martire, protettrice della città, del
porto, dei naviganti e dei marittimi. Appena spostati a destra si intravedono
subito l’arco romano, le mura romane e una grotta, una costruzione che da fuori
non si può immaginare. Il classico “opus reticulatus” domina tutto l’edificio.
Abbiamo di fronte i mercati traianei; la costruzione di Apollodoro di Damasco
che ha messo le basi del porto di Centum Cellae su incarico dell’imperatore
Traiano. La testimonianza scritta risale all’inizio del secondo millennio,
quando i Templari, costruendo la chiesa di Santa Maria, confermano la
preesistenza di questi archi di epoca romana. Dopo la scomparsa dei Templari la
chiesa è stata affidata ai Domenicani, che utilizzano l’attuale luogo di culto
come cripta dell’ordine.
La chiesa superiore dedicata a
Santa Maria costituisce l’unica parrocchia di Civitavecchia fino all’inizio del
XX secolo, inizialmente con l’entrata rivolta al mare. In seguito viene
modificata la sua posizione, e il vecchio ingresso viene chiuso con l’attuale
fontanone del Vanvitelli, detto il “Mascherone”. Il 14 maggio del 1943 la
chiesa viene distrutta dal bombardamento e la cripta abbandonata.
Nel dopoguerra viene utilizzata
come mercato ittico fino agli anni ’90. Ristrutturato il muro medioevale e
riaperta la Porta Livorno ,
tutta l’area riconquista dignità storica e artistica.
Con l’arrivo del vescovo Carlo
Chenis e con la sua preoccupazione per l’enorme sviluppo del porto e l’assenza
quasi totale di una presenza religiosa, fanno si che in breve tempo si riesca
trasformare la vecchia cripta in luogo di culto per tutto l’ambito marittimo e
portuale. La creazione apposita di un centro pastorale e di un vicariato con la
nomina del Mons. Giorgio Picu come vicario episcopale per il porto hanno
completato l’opera.
Dalla notte di Natale del 2009 la Chiesa è di nuovo attiva.
L’altare è stato costruito con resti di marmo della vecchia chiesa. In fondo
all’ edificio sono state trovate una cisterna romana con acqua dolce sorgiva e
una fontanella medioevale con un angelo, l’intera parete è inoltre coperta di
cera colata, il che fa pensare alla presenza di un’antica fonte battesimale. La
chiesa è stata dedicata alla Madonna come la precedente, agli angeli per
l’antica scultura presente all’interno e ai martiri per ricordare non solo
Santa Fermina, protettrice della città e del Porto, ma anche tanti altri
martiri che hanno portato, con la loro predicazione, con la loro vita e con il
sacrificio supremo, il cristianesimo tra la popolazione locale – da San
Secondiano a San Cornelio papa, da San Marcelliano e Veriano a San Flaviano
martire sotto Giuliano l’Apostata (361 – 363 d.c.) l’ultimo martire conosciuto
in Centum Cellae.
L’arredo liturgico comprende:
l’altare realizzato con pezzi di
marmo della precedente chiesa di Santa Maria
Beata vergine Maria, San Cornelio
papa, Santa Cecilia e angeli, pittura del 2007, olio su tavola, liberamente
tratto dalla pittura toscana del ‘400
L’ultima cena, pittura del 2009,
olio su tela, liberamente tratto dalla pittura fiamminga del ‘400
S.Lorenzo, pittura di fine ‘800,
su tela, raffigura il santo nelle catacombe di San Callisto mentre offre
elemosina ai poveri, prima del suo martirio.
L’altare, il lampadario e il
leggio sono di tipica fattura orientale
L’acquasantiera di marmo
all’ingresso è di fattura senese del ‘700
All’ingresso si trovano l’ossario
dei Padri Domenicani, la statua di Santa Fermina, patrona di Civitavecchia e
protettrice dei naviganti, e il dipinto su legno “Il battesimo di Gesù”
Nessun commento:
Posta un commento