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sabato 2 agosto 2008

Non è mica finita......

Si apre il De Bello Televisivo, da una parte il Comune di Santa Marinella invita la cittadinanza a guardare la televisione di sabato sera intorno a mezzanotte (ai cittadini e villeggianti di una cittadina turistica?!? Vabbè...). Noi invece proponiamo di registrarvi e vedervi con calma, magari lunedì sera prima di uscire, un altro programma......


Domani , 3 Agosto , alle ore 18,00 la redazione del TG2 ripropone




“Genocidio silenzioso”,


il Dossier curato da Christiana Ruggeri e realizzato in collaborazione con la Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano. Un maestro elementare, un contadino e un gruppo di monaciin esilio tra Europa e India. Tutti vittime delle torture, delle prigioni e dei laogai - i campi di concentramento cinesi in Tibet - perché contrari all invasione cinese.Si intitola “Tibet: genocidio silenzioso”, l’esclusivo reportage di Tg2 Dossier, che si muove in diverse località svizzere, tra cui Rikon e Dharamsala, in India, sede del governo in esilio.Una denuncia sui diritti umani negati nel Paese delle nevi, isolato via telefono, fax e internet dall’ inizio della protesta dei monaci del 10 marzo.E il Tibet raccontato dai tibetani, costretti alla diaspora persino per imparare la loro lingua, proibita dall’invasione comunista cinese del 1959.
Meglio no?

giovedì 31 luglio 2008

SANTA MARINELLA NON TRADISCE IL TIBET

Santa Marinella in provincia di Roma, 30 Luglio ore 20.30

L’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Sun Yuxi arriva all’orto botanico in perfetto orario con il solito codazzo di guardie del corpo ed assistenti per salutare l’atleta Agnese Allegrini in partenza per le Olimpiadi Pechino.
Per l’illustre ospite si mobilitano tutti, Sindaco, assessori, forze di polizia, passando per rappresentanti di federazioni sportive.
Dopo un breve saluto da parte della presentatrice ed un preambolo dell’Assessore la Rosa, vengono invitati sul palco il Sindaco di Santa Marinella e l’ambasciatore cinese.
La presentatrice formula la prima domanda e l’ambasciatore inizia a rispondere.
Fine della Favola.
A Santa Marinella, una schiera di uomini e donne liberi dimostra che questo ameno paesino sul mare, non è il cimitero delle schiene dritte!
Una, due bandiere tibetane, uno, due striscioni che ricordano la lotta del popolo tibetano, l’ambasciatore impietrito osserva stupefatto.

Una voce grida che questa manifestazione è una pacifica espressione di dissenso al regime comunista cinese che affoga nel sangue l’anelito di sovranità del popolo tibetano e che ci sono cittadini che non intendono rimanere indifferenti o complici della barbarie cinese; le mani di Sun Yuxi sono mani sporche di sangue. Le parole isolate di un uomo divengono un uragano quando si trasforma nel grido di tanti presenti: TIBET LIBERO!
I contestatori vengono circondati e dopo una resistenza passiva vengono portati fuori dal giardino. Storia chiusa? Per nulla!

Termine della manifestazione. L’ambasciatore si avvia verso l’uscita, di nuovo con striscioni e bandiere, al grido di TIBET LIBERO, la notte si illumina con due fiaccole rosso fuoco, anche alcuni passanti si uniscono alla pacifica protesta, il volto stizzito dell’ambasciatore fa da suggello all’evento.

Scappa sulla sua macchina lampeggiante, circondato dai suoi lacchè in direzione di un ristorante del posto, la sicurezza non farà passare uno spillo.
Il sorriso di Agostino, l’amore per una terra lontana, l’importanza della sovranità spirituale tibetana, dona forza e gioia a chi sostiene la lotta contro l’occupazione cinese. Sul finire esce un cartello di scuse e sostegno all’atleta azzurra che parteciperà alle olimpiadi. Agnese viene raggiunta dai manifestanti, le vengono spiegate le ragioni della protesta e le viene donata una fascia a lutto per il Tibet da indossare in caso di vittoria.

Invitata a farsi fotografare accanto alla bandiera tibetana, Agnese comprende e si avvicina, i fotografi fanno il loro lavoro. Rimane un segno chiaro e indelebile, a santa marinella questa sera ha vinto il TIBET! Quella che doveva essere la passeggiata gloriosa del satrapo di pechino, si è trasformata in una trappola.
TIBET LA TUA BANDIERA E’ ALTA SUL MARE DI ROMA!

Aurhelio

martedì 29 luglio 2008

I conti senza l'oste......... [agnese ci scuserà]

Ringraziamo .... molto...... CIVONLINE, per la cortesia......


Santa Marinella festeggia Agnese Allegrini 28-07-2008 21:03


SANTA MARINELLA – Una bella festa per augurare a nome di tutta la città, un grande successo alla campionessa santa marinellese Agnese Allegrini. La giovane giocatrice di Badbinton, è infatti in procinto di partire per la Cina, dove gareggerà alle Olimpiadi. Alla cerimonia, che si svolgerà Mercoledì 30 Luglio alle ore 20:30 presso l’Orto Botanico, interverranno molti dirigenti della Federazione Italiana, tra cui il Presidente Alberto Miglietta. Sarà inoltre ospite di Santa Marinella, l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Sun Yuxi, anch’esso deciso ad augurare una felice esperienza olimpica all’atleta. Il programma della manifestazione prevede l’intervento ed il saluto dell’assessore alla sport, oltre a quello del sindaco Bacheca. Seguirà il saluto dell’ambasciatore Sun Yuxi, e quello di Agnese Allegrini. Durante il corso della serata saranno inoltre proiettate immagini dell’atleta, e verranno premiati gli intervenuti. “Siamo orgogliosi di ospitare a Santa Marinella Agnese Allegrini – afferma l’assessore La Rosa – che tra l’altro risiede qui, ed è quindi per noi motivo di doppia soddisfazione. Il badminton rappresenta per la nostra città una realtà forte e organizzata, che in questi anni ha dato lustro e portato in alto il nome di Santa Marinella. Abbiamo voluto omaggiare l’immenso impegno di Agnese, facendole sentire intorno il calore e l’affetto della città, augurandole un felice e vittorioso viaggio olimpico”.

Al.D'Al.

TIBET LIBERO!

lunedì 26 maggio 2008

ULTIME NOTIZIE DALLA MARCIA !

Banspatant, Uttarkhand, 25 maggio 2008 (ore 16,00)

Il governo indiano ha mandato via tutti gli occidentali dalla "Marcia Verso il Tibet" ordinando loro di lasciare l'India entro un periodo massimo di sette giorni. In pratica un ordine di espulsione, hanno infatti ricevuto una notifica scritta, "Quit India Notice" dove è detto che con un visto turistico avevano preso parte ad una marcia religiosa infrangendo così le leggi indiane. Quindi se ne sono andati tutti tranne un fotografo americano D. e un videomaker norvegese P. Questi due sono stati portati nell'ufficio per le registrazioni degli stranieri e sono stati minacciati di essere messi sulla "blacklist" ove non avessero obbedito all'ordine. Li hanno costretti a fare i bagagli davanti alla polizia e andarsene all'istante.
Ieri i poliziotti erano venuti con un megafono ed avevano annunciato che i marciatori non potevano progredire nel percorso della "marcia". A nessun giornalista, nemmeno indiano, è permesso seguire i marciatori. Gli arrestati, tra cui il coordinatore Yeshi e Tsundue dovrebbero essere stati rilasciati ieri ma non sono ancora arrivati al campo. Dal governo centrale di Nuova Delhi è partito l'ordine di impedire ad ogni costo la prosecuzione della "Marcia". Chi continuerà sarà immediatamente arrestato e condannato. I dirigenti delle cinque ONG sono in riunione per stabilire il da farsi, hanno avuto notizia -da fonti interne alla polizia- che i cinesi hanno creato al confine uno speciale corpo di polizia per arrestare i marciatori ove riuscissero ad entrare. Comunque stanno continuando a negoziare con le autorità indiane il permesso di riprendere la "marcia".

Io, per il momento, sono riuscita a rimanere ma non so per quanto ancora potrò. Le comunicazioni telefoniche continuano ad essere difficilissime ma adesso riesco a inviare sms sul telefono francese di P.


Date la maggiore diffusione possibile a queste notizie.
Karma C.
(corrispondente dalla "Marcia Verso il Tibet" per: Il Blog di Piero Verni (http://www.olistica.tv/);


Dossier Tibet (http://www.dossiertibet.it/);

Associazione Italia-Tibet (http://www.italiatibet.org/);

Il Sentiero del Tibet (http://www.ilsentierodeltibet.it/);


Laogai Research Foundation Italia (http://www.laogai.org/)

giovedì 3 aprile 2008

LAOGAI

Per spiegare che cos'è e come funziona il sistema concentrazionario cinese è opportuno partire da questa lettera che mi ha inviato Toni Brandi, responsabile nazionale della Laogai Research Foundation.
Lo ringrazio e spero sia solo il primo passo di una collaborazione finalizzata a far conoscere meglio la prigione-Cina:
Mi permetto di sottoporVi alcune informazioni che spero Vi interesseranno.

Sono Toni Brandi, il coordinatore nazionale per l'Italia della LAOGAI RESEARCH FOUNDATION di Washington.La LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, instituita a Washington nel 1992 dal nostro Presidente, Harry Wu, detenuto nei LAOGAI per 19 anni, si occupa della ricerca e della diffusione di notizie riguardo ai LAOGAI.
I LAOGAI sono la rete dei campi di concentramento Cinesi, attualmente almeno mille, dove lavorano, in condizioni disumane, diversi milioni di donne, uomini e bambini a vantaggio del Regime Comunista Cinese e di numerose multinazionali che investono in Cina.
I LAOGAI producono tutto : macchinari, frutta, passata di pomodoro, prodotti tessili, legumi, te’, mobili, scarpe etc,…….Le condizioni di lavoro sono orribili. Mancanza d’igiene : il posto per dormire e’ limitatissimo e, spesso, situato nello stesso luogo dove "si fanno i bisogni". Torture e pestaggi sono all’ordine del giorno. I suicidi e la mortalita' sono alti. L'orario lavorativo raggiunge le diciotto ore al giorno.
Comprendiamo facilmente, quindi, qual’e’ il segreto del “BOOM ECONOMICO CINESE”, perche’ il costo del lavoro in Cina e' il 5% di quello Europeo e perche’ l'export Cinese mondiale (che ha superato il Giappone nel 2003) e' passato da 1.9% nel 1999 al 6.5% nel 2003.
Purtroppo, I LAOGAI, che sono parte integrante dell’economia Cinese, non sono che una parte della realta’ del paese asiatico : decine di migliaia di pubbliche esecuzioni di massa, davanti a folle appositamente convocate, inclusi i parenti e le scolaresche ; vendita degli organi freschi espiantati ai condannati a morte ; abuso della psichiatria a scopo repressivo politico ; sfruttamento dei bambini sottoposti ai lavori forzati ; rappresaglie nei confronti delle varie Chiese ; centinaia di migliaia di aborti e sterilizzazioni forzate.
Queste sono le realta’ della Cina odierna. Realta’, spesso, ignorate dai mass-media occidentali, che non vogliono disturbare i commerci internazionali.Quanto dico sopra e’ stato numerose volte denunciato dalla stampa internazionale, dalle organizzazioni umanitarie internazionali, dalla commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite e, recentemente, dal Congresso Americano che ha approvato la Risoluzione Wolf contro i LAOGAI con 413 voti contro 1, venerdi’ 16 Dicembre 2005. Posso mandarvi copia dell'originale se Vi interessa.
Per ulteriori informazioni sull’”altra faccia della Cina” di cui si parla poco, mi permetterei di consigliare la consultazione dei seguenti siti :www.laogai.org , www.chinalaborwatch.org. www.asianews.it , www.cicus.org/news/index.php, www.hrw.org/doc?t=asia&c=china

Vi ringrazio per il tempo che mi avete accordato.

Nella speranza di vedere pubblicata la presente, Vi invio i miei piu’ sinceri e rispettosi saluti,

Toni BrandiCoordinatore NazionaleLAOGAI Research Foundation (Italia)

Questione Tibetana

Sabato 5 aprile 2008 alle ore 17,30, a Roma in via Scirè 21-23, si terrà una presentazione editoriale, “Cina: traffici di morte. Il trapianto di organi dai prigionieri giustiziati”. Saranno presenti gli autori Toni Brandi e Maria Vittoria Cattanìa.
All’evento parteciperà ufficialmente con un intervento il presidente della Comunità tibetana in Italia, Tenzin Thupten, sulla questione d’attualità del Tibet, dei rapporti con la Cina e del significato della rivolta tibetana.

Toni Brandi,
Laogai Foundation Italia.

Maria Vittoria Cattanìa,
Laogai Foundation Italia.

Tenzin Thupten,
presidente della Comunità Tibetana in Italia. Nato a Dharamshala, in India, nel settembre del 1974, da rifugiati Tibetani. Tenzin è oggi medico in Italia, dove risiede da quattordici anni. E’ presidente della Comunità Tibetana da due anni e si occupa dei diritti umani e religiosi del popolo Tibetano dalla giovane età.

“Traffici di Morte” Ed Guerini e Associati.
Si tratta della traduzione di un rapporto-denuncia (col titolo originale “Communist Charity”) sulle esecuzioni capitali e il traffico degli organi umani espiantati dai condannati a morte, pubblicato dalla Laogai Research Foundation di Washington nel Maggio del 2001. La versione Italiana “Traffici di Morte”, che include un DVD con foto delle esecuzioni, è stata aggiornata dalla Fondazione Laogai Italiana.

venerdì 28 marzo 2008

In nome di tutti coloro che non possono piu’ parlare......

Diciannove corrispondenti stranieri sono stati invitati in Tibet dalle autorità comuniste di Pechino. Le intenzioni delle stesse autorità cinesi erano quelle di tramutare questi giornalisti nel megafono della verità ufficiale, della versione dei fatti che il regime vuole offire al mondo. Davanti al tempio di Jokhang, santuario simbolo della fede tibetana, si scatena l’imprevedibile ed i corrispondenti stranieri vengono circondati da un gruppo di giovani monaci che li informano circa la vera natura di quel luogo di culto, covo temporaneo di falsi monaci ed agenti del partito. Inoltre, gli stessi denunciano le menzogne delle guide cinesi e gridano “Il Tibet non è libero”. La polizia cinese interviene, strattona i giornalisti ed arresta i monaci. La loro sorte sarà la stessa dei mille arrestati dei giorni scorsi, verranno imprigionati nelle prigioni e nei Laogai. In Tibet vi sono almeno 24 campi Laogai dove i Tibetani vengono detenuti, costretti al lavoro forzato e spesso uccisi. Drapchi, Chushur, Bomi/Powo, la prigione di Lhasa e Shengyebo sono alcuni tra i tanti Laogai stracolmi di patrioti tibetani. Sono ancora fresche nelle nostre menti le foto del massacro al Monastero di Kirti nella provincia tibetana di Amdo, che attualmente fa parte della provincia cinese del Sichuan. Martedì scorso, 24 marzo, un altro giovane monaco di diciotto anni, Kunga, è stato ucciso a Drango dalla polizia comunista. E la persecuzione continua; ieri, 28 marzo alle 12,00, ora locale di Pechino, in Ngaba, la polizia comunista ha arrestato cento monaci dopo aver fatto irruzione nel loro monastero. Secondo il governo tibetano in esilio, i morti accertati ed identificati nelle rivolte in Tibet e nelle regioni limitrofe di Gansu, Sichuan e Qinghai sono ora almeno 140. E’ per loro che noi dobbiamo adoperarci ed agire. Non possono essere morti invano. I Giochi Olimpici, simbolo di pace e solidarietà fra gli uomini, non dovrebbero avere luogo in Cina. Sono stati gli interessi finanziari delle multinazionali e del regime comunista cinese a permettere questo paradosso. Il regime cinese non ha mantenuto nessuna delle sue promesse riguardo al miglioramento dei diritti umani nel paese asiatico. I Laogai, le migliaia di esecuzioni capitali con relative vendite degli organi umani, le centinaia di migliaia di aborti forzati e sterelizzazioni, la persecuzione di tutte le chiese e dei dissidenti sono alcune delle violazioni dei diritti umani perpretate dal regime comunista cinese e di cui i mass media parlano poco per non disturbare i commerci internazionali. E’ solamente grazie all’insurrezione tibetana ed al sacrificio dei giovani e monaci martiri che se ne parla, sempre in maniera esigua, oggi.Purtroppo, viviamo oggi in un mondo dove gli interessi finanziari ed economici sembrano predominanti. E’ veramente promettente osservare che esistono ancora persone che attribuiscono priorità a valori morali ed etici. Infatti, numerose sono le personalità che si sono espresse in maniera critica verso le Olimpiadi a Pechino.
In questi giorni sta anche aumentando la lista dei politici che hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi : il premier polacco Donald Tusk, i presidenti ceco ed estone Vaclav Klaus e Toomas Hendrik Ilves, il vice Premier Belga Didier Reynders, il cancelliere tedesco Merkel, il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier e Hans-Gert Poettering, presidente del parlamento europeo, che ha giustamente invitato a Bruxelles il Dalai Lama e lanciato un appello ai leader europei perchè boicottino l’apertura dei giochi.
Allo stesso tempo molti sono gli ipocriti che cercano scuse ed alibi per far tacere la loro coscienza. Primi fra tutti il Presidente Bush, che, tuttavia, ha almeno avuto il coraggio di incontrare il Dalai Lama, il Comitato Olimpico Internazionale, il nostro governo ed il premier Gordon Brown che, per far piacere ai grandi sponsors olimpici, si comportano come se nulla stesse accadendo. Ho fede nella natura umana, che è espressione divina, e sono certo che il numero dei politici che non parteciperanno alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi aumenterà. Sono anche certo che i Tibetani non si arrenderanno; la loro battaglia per la libertà e la giustizia sociale è la stessa battaglia dei popoli della terra contro le multinazionali e le èlites finanziarie che spadroneggiano oggi nel mondo.
Negli anni novanta ho avuto l’onore di conoscere alcuni superstiti dei Fratelli della Foresta, i partigiani Lituani, traditi dall’occidente, che combatterono fino agli inizi degli anni cinquanta contro i comunisti sovietici. Nei loro occhi ho potuto osservare che, anche se debellati militarmente, non si sono mai sentiti realmente sconfitti. Dopo meno di quarant’anni conquistarono la libertà. La stessa determinazione l‘ho riscontrata fra i miei amici Tibetani.
E’ solo questione di tempo, il Tibet sarà libero, come il mondo sarà libero da questa ciurmaglia di voltagabbana ed ipocriti capital comunisti. Non andare all cerimonia d’apertura delle Olimpiadi è il minimo da fare... Lo dobbiamo a tutti quei martiri tibetani che non possono piu’ parlare !


Toni Brandi - Laogai Research foundation - Italia