mercoledì 21 novembre 2012

Presentato dal direttore Enei il Progetto per l'uso pubblico del Castello di Santa Severa.


Come da incarico conferito dal Consiglio Comunale di Santa Marinella il Direttore del Museo Civico Dott. Flavio Enei ha consegnato al Sindaco di Santa Marinella e alla Commissione Consiliare il “Progetto per un uso pubblico del Castello di Santa Severa per fini socio-culturali e turistici”, realizzato in collaborazione con il Comitato Cittadino e con la consulenza tecnica dell’architetto David Pennesi.Il progetto mette in evidenza come il complesso monumentale del Castello di Santa Severa, bene di valenza nazionale, venga a trovarsi al centro di un comprensorio di straordinario interesse storico-archeologico e naturalistico esteso tra i Monti della Tolfa, il Lago di Bracciano e il mare Tirreno, tra i siti UNESCO di Cerveteri e Tarquinia. A soli trenta minuti di macchina dall’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci e dallo scalo crocieristico di Civitavecchia. Servito dalla via Aurelia e dall’Autostrada A12 Roma-Civitavecchia, rappresenta una porta ideale per la scoperta dell’antico territorio cerite e dell’intera Etruria marittima. La Rocca, unica nel suo genere, è sorta a partire dall’alto medioevo sui resti della città etrusca e romana di Pyrgi così come documentato dalle ricerche e dai recenti scavi che hanno interessato il complesso in occasione dei lavori di recupero curati dalla Provincia di Roma. Le indagini archeologiche,svolte dal Museo e dai volontari del GATC, hanno portato alla sensazionale scoperta della chiesa paleocristiana di Santa Severa e di una frequentazione ininterrotta del luogo che dalla preistoria arriva fino ai giorni nostri, senza soluzione di continuità. Ormai quasi ultimati gli interventi di recupero funzionale, il complesso costituisce un’occasione unica ed irripetibile di sviluppo per l’intero comprensorio Cerite-Tolfetano-Braccianese, e in particolare per il Comune di Santa Marinella nel cui territorio il bene è situato. Il castello e il relativo borgo sono stati ristrutturati e messi in condizione di poter ospitare una molteplice serie di strutture e servizi culturali/ambientali, formativi, di ricerca, ricreativi, artigianali, religiosi, di accoglienza/guardiania e ristoro. Il progetto evidenzia come il Polo Museale (Museo Nazionale Pyrgense, Museo del Mare e Museo della Rocca) insieme all’itinerario di visita collegato ai vari punti d’interesse presenti nel borgo castellano, costituisca il valore principale del luogo, di enorme valenza, da considerarsi valore prioritario ed imprescindibile rispetto a qualsiasi altro, ai fini della proposta di utilizzo del bene che “museo di se stesso” deve restare fruibile per tutti. Secondo Enei “La tutela e la valorizzazione dei valori storico-archeologici-religiosi del castello sono da considerare il centro di qualsiasi progetto di utilizzo e di sviluppo, l’unica vera ricchezza intorno alla quale costruire un sistema compatibile di servizi utili per la fruizione dei cittadini, per le necessità degli operatori turistici, del mondo della scuola, dell’alta formazione e divulgazione scientifica”. Il lavoro del Direttore del Museo e del Comitato vuole essere uno spunto di riflessione ma anche un fermo richiamo per una proposta di gestione pubblica del bene che in ogni caso potrà essere assicurata soltanto da una positiva e trasparente sinergia tecnico-politica tra i vari Enti interessati (Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Santa Marinella, Ministero per i Beni e le Attività Culturali), ognuno con le proprie competenze, obiettivi, impegni finanziari e capacità operativa. Solo un progetto realmente condiviso potrà condurre ad un risultato utile e credibile per assicurare un futuro degno al Castello di Santa Severa, evitando operazioni speculative e la possibile strisciante “privatizzazione di fatto” del monumento che si stava preparando.Nell’ambito del futuro assetto gestionale del Castello si ritiene che il Comune di Santa Marinella possa e debba avere un ruolo di primo piano, soprattutto in relazione alla valorizzazione culturale e turistica, essendo l’unico Ente ad avere all’interno del Castello, fin dal 1994, un proprio servizio culturale permanente rappresentato dal Museo Civico Archeologico che nei decenni ha assicurato a decine di migliaia di visitatori la fruizione del complesso.
A breve sarà organizzata dal Comitato per il Castello un’apposita conferenza di presentazione del progetto e un dibattito aperto alla cittadinanza, alle Associazioni e a tutte le forze politiche del territorio.

Natale Indoeuropeo [recensione]



Si è svolta lunedì scorso a Santa Marinella presso la sala "Santa Maria della Provvidenza" della Parrocchia di San Giuseppe la conferenza dal titolo "Natale Indoeuropeo - Dalle origini ai nostri giorni". Organizzato dal Centro Studi Aurhelio, alla presenza di circa una trenta partecipanti (giunti anche dal comprensorio e da Roma), l’evento è stato stranamente snobbato dai media – solo “La Voce” e “La Provincia” hanno registrato l’appuntamento, considerata la presenza del Prof. Mario Polia. L’ospite, Docente di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, oltre ad essere il Direttore del Museo Demo-antropologico di Leonessa, può vantare prestigiosi riconoscimenti internazionali per le sue attività di ricerca archeologica, demo-antropologica e storico-religiosa. Non solo, scrittore di numerosi saggi, libri e curatore di collane editoriali per prestigiose case editrici, ha scoperto il mistero dell’El Dorado dagli scritti della Compagnia di Gesù, ritrovati negli archivi vaticani. 


L’importante tema della serata è stato il Natale che, al di là dall’essere una festività esclusivamente cristiana, che oggigiorno purtroppo, per molti, si è trasformato in una fiera del consumismo, rappresenta un data venerata da tutte le grandi civiltà del passato. La cosa non è casuale, infatti, la celebrazione del Natale il 25 dicembre, intorno al giorno del Solstizio d'inverno, giorno nel quale il Sole si situa nel punto più basso dell'eclittica è carico di significati spirituali, aspetto, quello del sacro, che caratterizzava fortemente tutte le grandi Civiltà dell'antichità. La festività del Natale, ha spiegato il Prof. Mario Polia, è un evento collegato al Sole in quanto fonte di luce e di vita e in continuo conflitto con tutto ciò che ad esse sono antitetici. Il primo insegnamento che si trae è quello dell'uomo in grado di osservare i cicli naturali del mondo, il primo libro proveniente dalla Divinità, e di trarre da esso le leggi che governano l'universo materiale ma sopratutto spirituale e che li permetta di vivere con sapienzia e intensità la propria vità in rapporto con la natura. Un uomo capace di comprendere i ritmi del mondo e la loro origine divina e che sappia mantenere viva e tramandare la trasmissione originaria di Dio, la Tradizione, attraverso il rito, il sacrificio e la preghiera alle generazioni che seguiranno. Il secondo insegnamento è quello che si rifà alla nascita di Cristo e di Mithra, della divinità che scende nella grotta e che rimanda secondo le indicazioni della linguistica al "cuore", quindi al "cuore della Terra", nella quale si disvela la divinità. Noi, in quanto immagine di Dio, portiamo intrinsecamente dentro di noi una scintilla divina e perciò dobbiamo sforzarci affinché "il cuore di ogni essere diventi quella stessa grotta mistica da alimentare con il proprio impegno, il proprio sacrum facere". Il terzo insegnamento è quello del Sole che dopo essere sprofondato nel punto più basso dell'eclittica, dando l'impressione di cadere nell'oscurità, inizia di nuovo a rinascere con il giorno che quotidianamente conquista spazio sulla notte. L'uomo quindi deve vivere il Natale come un momento di rinnovamento attraverso una sincera analisi di se stessi e di quanto si è fatto durante l'anno per conoscere quanta strada è stata percorsa nella direzione della resurrezione e quanto invece ci si è sporcati di fango. 

A differenza dell'uomo moderno che non vive la vita ma è vissuto, consumato dalla vita, il senso del Natale è quello di vivere la vita con una costante presenza a se stessi cambiando il nostro modo di essere a partire dalle piccole cose. Una importante occasione quindi, che ha aperto delle finestre di luce su un evento che ormai troppo spesso viene sepolto sotto la coltre dell’affanno moderno. L’intervento del Prof. Polia, ha dunque consegnato ai presenti molti granelli di luce sui quali riflette, con i quali approssimarci all’evento natalizio e con i quali non farci trascinare nel logorio della vita moderna, proprio in un periodo nel quale occorre la pace interiore per approssimarsi all’evento natalizio. Nel segno del Sacro, della Tradizione e di una condotta sobria e misurata che distinguono la vita dell’essere nobile.

martedì 20 novembre 2012

Renè Guenon, interprete della Tradizione


L'opera più rigorosa di Guénon che merita di essere letta sopratutto per togliersi dalla comoda illusione che il mondo sia necessariamente come noi siamo abituati a pensare che debba essere.



RISVOLTO
«Fra i critici del mondo moderno, ormai innumerevoli, René Guénon merita di essere segnalato come uno dei più radicali, dei più limpidi e coerenti ... Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempiè certamente la sua opera più completa e più rigorosa, e quindi anche la più utile ... Guénon – e in particolare questo suo libro, a preferenza di altri – merita di essere letto per togliersi dalla comoda illusione che il mondo sia necessariamente come noi siamo abituati a pensare che debba essere». Sergio Quinzio

Il regno della quantità e i segni dei tempi, acquista!

mercoledì 7 novembre 2012

Junger: Maxima-Minima

"Maxima-Minima", ovvero massime concentrate nello spazio minimo dell'argomentazione aforistica. "Minima moralia" distillati in prosa densa e lapidaria, parole lasciate cadere come gocce per scavare nel profondo. Raffica di sentenze pronunciate in successione da mitraglia per lasciare segni incancellabili. È un testo sconcertante - per l'estrema sinteticità inversamente proporzionale alla densità, per l'agilità di una scrittura che impone a chi legge di procedere per brusche frenate, per la velocità di un pensiero che suscita la sorpresa e provoca la sosta dello stupore meditativo. Nate in trent'anni di attenzione lucida decantata in frasi di nitore cristallino, le note dei "Maxima-Minima" prendono dunque la forma di aforismi acuminati, illuminanti, che hanno, nel corpus della produzione jüngeriana, la valenza di un diamante solitario, attraverso cui far rifrangere come in un prisma i lunghi raggi delle ricognizioni del pensatore, e grazie a cui mettere in luce le sfaccettature irriducibili del suo pensiero più che mai atto a illuminare un'epoca tra le più ardue della storia: il più breve e grave (il massimo nel minimo) dei secoli.